
Diciamo la verità,nel paese con il più alto concentrato di tecno dipendenza del pianeta ci si sarebbe aspettato un risultato migliore a livello di vendite del gioiellino Apple.Invece l'iPhone,oltre due mesi dopo il pomposo lancio nipponico,arranca e non di poco;numerosi retailers nazionali si vedono costretti a ribassare i prezzi prima del dovuto e centinaia di unità giacciono mestamente sugli scaffali.Qual'è il motivo principe di tanta indifferenza?Prova a dare una spiegazione il sito What Japan Thinks,attraverso contributi,opinioni e sondaggi che fanno la sua struttura portante.Tralasciando per un attimo la questione del replacement della batteria interna e della mancanza di "appigli" per kg e kg di strap on,la parola chiave sembra essere una:e-moji.Chiamati anche kao-moji,sono gli speciali emoticons giapponesi così tanto amati e così tanto inutilizzabili su iPhone al punto da creare una sorta di delirante snobbismo nei confronti di cotanta tecnologia.I tre principali operatori di telefonia mobile del paese(NTT DoCoMo,AU e Softbank Mobile)hanno da tempo definito ciascuno uno standard per la creazione di e-moji(letteralmente "picture" + "character");ne nasce un linguaggio ricco di schemi a sè ed immagini costruite ad hoc per riassumere a volte interi concetti di base.Tutto ciò su iPhone non è possibile,il risultato di un messaggio traslato ad un altro apparecchio cellulare è una serie di simboli senza senso o sotto forma di allegato perchè non riconosciuti dallo standard di scrittura.Per avere anche solo una minima idea della sovrabbondanza di e-moji basta cliccare questa pagina che mette a confronto le tre diverse rappresentazioni.Insomma,no smile no party.
Nessun commento:
Posta un commento